Qualcosa è cambiato (1997; James L. Brooks)
Nicholson è capace di fare dei film meravigliosi. Soprattutto è capace di rendere meravigliosi anche film tutto sommato modesti. Qualcosa è cambiato non è bruttissimo, per carità, diciamo che non ha un’idea di fondo particolarmente originale, questo sì. Ma poi arriva Jack e comincia a saltellare quando cammina per strada, cercando di non toccare la gente, e si lascia andare a una serie di idiosincrasie pazzesche che ti fanno passare dalle risate alla tristezza in un battito di ciglia.
E l’affetto del suo personaggio per il suo tavolo fisso e per la cameriera che lo serve, perché ne ha bisogno per vivere bene è quanto di più straniante e comprensibile ci sia al mondo – io, per dire, se vado spesso nello stesso posto, ho la tendenza a sedermi sempre nello stesso punto, a meno di impedimenti.
I personaggi di contorno, tra Greg Kinnear e Helen Hunt sono molto carini e si ha l’occasione di rivedere Cuba Gooding Jr., che un giorno capirò se è solo stato sfortunato, dopo l’Oscar per Jerry Maguire, o se è stato uno dei più clamorosi errori dell’Academy.